La collezione “Ori Antichi” G.B. Spadafora in un volume da non perdere.

La nostra collezione di Ori Antichi tratta di un insieme unico di ben 468 ori. La maggior parte di essi sono stati prodotti tra le seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, destinati sia ad adornare l’eleganza delle donne borghesi o di devozione religiosa (molti di questi gioielli erano destinati ad ornare i costumi tradizionali delle donne di San Giovanni in Fiore e di altri paesi della Calabria) e documentano, anche,  il traumatico fenomeno dell’emigrazione meridionale. Molti degli ori della collezione hanno stili come quello floreale, il liberty e l’art nouveaux, che ci fa intuire come la Calabria fu aperta alle varie correnti artistiche europee.

Gli oggetti sono prevalentemente in oro rosso o giallo, a bassa caratura e alcuni di essi sono stati restaurati e resi nuovamente funzionali. La nostra collezione è quindi una testimonianza delle nostre tradizioni, di quello che era la società e della loro vita di tutti i giorni.

La copertina del volume Collezione Ori Antichi

“Un legame profondo tra i saperi, il saper fare e l’anima dei luoghi.”

L’Italia, da sempre, dell’intreccio tra bellezza, arte, comunità e creatività ha fatto un tratto fondante della propria identità ed un elemento di forza. Il grande storico dell’economia Carlo Cipolla la definiva “una vocazione, l’antica propensione italiana a produrre all’ombra dei campanili cose che piacciono al mondo”.

Un legame profondo tra i saperi, il saper fare e l’anima dei luoghi. Quel legame che ritroviamo in questa interessante collezione degli orafi Spadafora di San Giovanni in Fiore, un territorio che rievoca il fascino della Sila e l’eco del misticismo di Gioacchino. Il vincolo del Mibact non fa che sancirne lo straordinario interesse: una testimonianza dell’arte popolare orafa calabrese particolarmente preziosa, non tanto per i materiali, dato che un tempo quelli più diffusi erano in lega leggera e con pietre semipreziose quanto piuttosto per le lavorazioni, per le tecniche ormai perdute, per la possibilità di raffrontarli e di vederne le differenze, le particolarità locali.

Questo catalogo non è dunque solo un viaggio nella raffinata sapienza artigiana, il gioiello popolare ci restituisce in filigrana il racconto di una società e dei suoi riti: l’abito tradizionale, le sepolture, i matrimoni, le occasioni che scandivano la vita comunitaria.

Dario Franceschini

Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo

 

Un museo dedicato agli Ori antichi

La recente riforma del MIBACT  ha comportato la costituzione di nuovi poli Museali e d’istituzioni di Soprintendenze con funzioni prevalentemente di tutela, educazione e ricerca. Una  rinnovata attenzione è stata istituita anche per quei beni così detti “arti minori” e per i beni demoetnoantropologici, molto presenti nella nostra regione. È sorta così l’esigenza di affidare alla dott.ssa  Rosa Romano (Soprintendenza ABAP per il Comune di Napoli), con la collaborazione del collega Soprintendente arch. Luciano Garella, il compito di verificare il patrimonio storico-artistico e culturale della nostra collezione.

Il lavoro è stato eseguito con la partecipazione della coordinatrice del settore storico-artistico dott.ssa Enrichetta Salerno e del coordinatore del settore del patrimonio architettonico arch. Pasquale Lopetrone il quale oltre ad aver segnalato la nostra collezione, ha anche ideato il progetto del catalogo con lo scopo di una maggiore tutela e per una maggiore conoscenza della sua importanza artistico culturale.

Da questo lavoro di ricerca n’è risultato un quadro completo della ricchezza e della bellezza della produzione artigianale orafa calabrese diventando pieno titolo alla rete museale della Sila con una futura mostra presso Camigliatello offrendola al pubblico per rendere omaggio alla tradizione della lavorazione dei metalli preziosi che è tipica del centro silano di San Giovanni in Fiore.

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